Questo articolo è rivolto in particolar modo ai giovani e alle nuove generazioni.
Calcoli alla mano, per dare una retribuzione dignitosa a tutte le persone disoccupate e/o occupate in un modo precario che ci sono sulla faccia della Terra, così come indicato da Papa Francesco nella lettera ai Movimenti Popolari nel Mondo e pubblicata nel giorno di Pasqua di quest’anno (12 aprile 2020), basterebbe trovare il modo per far diventare i ricchi sempre più ricchi, esattamente come accade attualmente e con tutta l’immoralità che ne consegue, ma solo un po’ più lentamente. Anzi, così tanto lentamente che neanche se ne potrebbero accorgere. La questione è solo politica.
Attenzione n. 1: parliamo di retribuzione, cioè del giusto compenso da ottenere a seguito dello svolgimento di un lavoro richiesto da qualcuno e non genericamente di un reddito di cittadinanza, di un salario minimo garantito o di una indennità di disoccupazione; strumenti che di fatto fanno campare più la burocrazia che i destinatari di tali aiuti. Attenzione n. 2: la retribuzione di base di cui parliamo non può che essere universale, altrimenti si ricade negli stessi errori determinati dalla globalizzazione selvaggia che ci ha portato alla situazione in cui ci troviamo, con la delocalizzazione delle industrie, la precarizzazione e lo sfruttamento minorile del lavoro, l’inquinamento diffuso, ecc.
La base di quest’analisi è il “Rapporto annuale sulla ricchezza globale” dell’anno 2019 pubblicato dal Credit Suisse Research Institute che, proprio perché proviene dal sistema bancario della Svizzera, è ritenuta la fonte d’informazioni più completa e aggiornata sulla ricchezza delle famiglie a livello mondiale. In questa analisi tralasciamo per brevità di esposizione i dati ormai più risaputi: 1) che l’1% della popolazione più ricca al mondo possiede ormai quasi la metà della ricchezza totale; 2) che questa ricchezza è letteralmente crollata con la crisi finanziaria per i più poveri, mentre i ricchi continuano a diventare sempre più ricchi soprattutto grazie alla speculazione che riescono ad attuare (solo loro e beati loro), con i cosiddetti “mercati finanziari”.
Il Rapporto ci conferma che la ricchezza globale è cresciuta anche lo scorso anno, ma solo negli Stati Uniti, in Cina e in Europa: zone geografiche dove comunque esistono spaventose diseguaglianze economiche tra la popolazione, così come anche l’emergenza Covid 19 sta mettendo in luce.
La crescita nel 2019 è stata del 2,6% ed ha superato i 360 trilioni di dollari (cifra del sistema “scala corta”), che corrispondono a circa 306mila miliardi di euro.
Il Rapporto del Credit Suisse Research Institute ha preso in considerazione i 5,1 miliardi di persone adulte a livello globale ed ha stimato che un cittadino africano mediamente guadagna circa un centesimo di quanto guadagna annualmente uno statunitense e/o canadese, mentre dall’altra parte del mondo oggi un cinese guadagna quasi sette volte di più di ciò che riesce a portare a casa un abitante dell’India. Appena 20 anni fa il reddito tra le due nazioni più popolose al mondo, che da sole rappresentano il 40% della popolazione mondiale, era pressoché uguale: ma pur sempre agli ultimi posti. E comunque, malgrado queste cifre, oggi un indiano guadagna quasi il doppio di un africano.
Analizzando poi le schede della ricchezza prodotta annualmente dalle varie nazioni, si scoprono altre verità ancora più agghiaccianti: per esempio il fatto che gli americani al vertice della piramide della ricchezza diventano sempre più ricchi grazie al fatto che le loro attività sono soprattutto finanziarie (circa i ¾ del totale). Questo meccanismo funziona soprattutto perché in questi anni è stata introdotta una forte riduzione delle tasse di cui hanno goduto proprio i più ricchi. Di fatto gli americani già arricchiti oggi pagano la metà di quanto pagano in tasse gli americani più poveri.
Forse è solo una casualità ma viene da chiedersi (ingenuamente): il fatto che uno di loro, il signor Donald Trump, sia diventato Presidente degli Stati Uniti d’America, c’entra qualcosa? Se la risposta è sì, allora c’è da porsi anche quest’altra domanda: sarà questa la classe dirigente che dovrà governare i problemi ambientali, economici e sociali che stanno determinando il “lockdown” del pianeta Terra?
Da queste cifre probabilmente è nata la crisi di coscienza etica che hanno manifestato recentemente gli 83 miliardari firmatari della lettera “Millionaires for Humanity”. Un atto forse tardivo, ma comunque coraggioso dove si ammette che: “No, non siamo quelli che si prendono cura dei malati nei reparti di terapia intensiva. Non guidiamo le ambulanze che porteranno i malati negli ospedali. Non stiamo rifornendo gli scaffali dei negozi di alimentari o consegnando cibo porta a porta. Ma abbiamo soldi, molti. Denaro di cui c’è un disperato bisogno ora e che continuerà ad esserlo negli anni a venire, mentre il nostro mondo si riprende da questa crisi. Oggi noi, i sottoscritti milionari, chiediamo ai nostri governi di aumentare le tasse su persone come noi. Subito. Sostanzialmente. Permanentemente.” Parole che sicuramente Papa Francesco avrà letto di buon grado e che ci permettono di tornare ai nostri calcoli.
Stimando approssimativamente che il 30% della popolazione mondiale che oggi si trova in età lavorativa e che risulta ancora disoccupata e/o occupata precariamente (circa 1,5 miliardi di persone) e volendo assegnare ad ogni individuo una dignitosa retribuzione umanitaria di base, non inferiore ai 20mila euro l’anno per includervi anche i costi della previdenza sociale (pensione, prevenzione infortuni, ecc.), si ottiene una cifra complessiva di 30mila miliardi di euro l’anno. Vale a dire il 20% della ricchezza che i già ricchi guadagnano annualmente per diventare sempre più ricchi.
Allo stato attuale della discussione quindi, soprattutto alla luce di quanto sta avvenendo con l’emergenza Covid 19, possiamo affermare che Papa Francesco ha pienamente ragione, anche se ancora nessuno ha il coraggio di prenderne atto, soprattutto sotto il profilo politico. Sta alla futura classe dirigente mondiale, quella che solo i giovani potranno determinare, agire di conseguenza.
Come prelevare questa ricchezza esagerata, inutile e dannosa per gli stessi “poveri ricchi”, oltre ad indicare a quali occupazioni/lavori urgenti dovrebbero essere destinate le retribuzioni umanitarie di base, lo vedremo con altri articoli che pubblicheremo tra breve su questo sito.